2 gennaio 2021

La Rubrica R-esistente

prima edizione gennaio-luglio 2021

dalla storia alla vita quotidiana:
una proposta moderna di cultura antifascista

Ogni sabato alle ore 10 un contributo alla cultura antifascista odierna: la memoria di personaggi noti per l’adesione al movimento della Resistenza e di avvenimenti importanti in luoghi storici locali (in Valle Olona e dintorni); la conoscenza di motti e citazioni antifascisti appartenenti ai partigiani; la diffusione e la rilettura delle good news di attualità con occhi resistenti; la segnalazione di proposte culturali che possano aiutare a scoprire e gustare i valori della Resistenza.


La volontà che muove questo appassionante progetto nasce dalla ferma convinzione che CHI SEMINA MEMORIA RACCOGLIE FUTURO: la vita quotidiana della nostra società è ancora impregnata di ingiustizie, diseguaglianze sociali e visioni distorte, che richiedono alle coscienze un occhio critico che veda i valori della Costituzione nei fatti odierni, una mente appassionata nel comprendere e cercare soluzioni, e piedi pronti a muoversi.


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9 gennaio 2021

Memoria locale, storia mondiale: Mario Colombo

Mario Colombo nasce ad Olgiate Olona il 9 luglio 1930, terzo di cinque fratelli. Trascorsa l’infanzia nel periodo fascista, si iscrive undicenne alle scuole commerciali di Busto Arsizio. Nel 1942 la Prima Zona Aeronautica Territoriale (1° Z.A.T.) requisisce Villa Restelli, dove Mario vive con la famiglia nei locali di servizio, per ospitare i militari impiegati nello stoccaggio di viveri nel vicino magazzino ricavato nel Cotonificio Bustese, sito tra Prospiano ed Olgiate Olona. Un anno più tardi, in seguito all'armistizio con gli alleati, reso pubblico dal maresciallo Badoglio, i militari lasciano Villa Restelli. Il magazzino dell'Aeronautica viene saccheggiato dalla popolazione, prima che venga occupato da un comando tedesco. Mario inizia ad aiutare attivamente i partigiani che operano nella zona, dei quali fa parte il fratello Giancarlo, esonerato dal servizio militare grazie ad un documento che lo attesta come lavoratore socialmente utile, impegnandosi a distribuire le armi lasciate in Villa Restelli dai militari della 1° Z.A.T. In seguito alla Liberazione, Mario entra a far parte della Brigata partigiana Alfredo di Dio. Nel 1946 inizia a lavorare in campo tessile e si iscrive ad un corso serale triennale per analista chimico. Nel 1956 si sposa con Regina Frontini, con la quale si sposta in Irlanda e in Egitto per motivi di lavoro. Rientrato in Italia nel 1967, Mario entra a far parte del direttivo della sezione ANPI di Castellanza. Negli anni ‘80 fonda la sezione ANPI di Gorla Minore e nel 1989 organizza la prima mostra filatelica della Resistenza nelle sale della villa Durini, evento di scala nazionale che conta tremila visitatori, riproposto anche negli anni successivi. Mario viene a mancare il 21 dicembre 2016, dopo essersi impegnato nella ricerca storica con tema lotta resistenziale nella Valle Olona, con numerose pubblicazioni all’attivo.

La 1° brigata lombarda della montagna

Dopo la firma dell’armistizio dell’8 Settembre ‘43, coloro che già nutrivano una forte avversione verso il regime fascista, potendo contare sul supporto di parte delle forze armate, decisero di entrare in azione per sovvertire il regime autoritario nazifascista.
Nel settembre del 1944 venne costituita la 1^ brigata lombarda della montagna, una formazione che, secondo gli scopi, del suo fondatore, il vice comandante della 127 brigata Garibaldi, Fagno (Antonio Ielmini), doveva agire nel territorio del bustese/gallaratese con azioni perlopiù di guerriglia, ossia, rapide incursioni e veloci ripiegamenti per non incappare nei rastrellamenti e negli scontri a fuoco a campo aperto con il nemico.

La brigata poteva contare sull’appoggio logistico del C.N.L. del gallaratese, che la sosteneva con sussidi economici e logistici. Vice comandante della brigata fu Nino Locarno (Walter), che si era già distinto nella zona tra Besnate e Jerago per azioni di assalto a depositi di armi e munizioni nazisti.

Il teatro d’azione della Brigata spaziava dalla Valle Olona, dove collaborava con le formazioni agli ordini di Cino Moscatelli, al bustese, fino ad arrivare alle pendici della Valsesia, dove forniva appoggio ai locali gruppi di resistenti.
Restano numerose le azioni condotte dalla brigata, la quale ha dato un contributo importante alla lotta di liberazione del territorio tra Busto, Gallarate e la Valle Olona.

Il conto delle perdite durante le valorose azioni intraprese dalla 1^ brigata della montagna è stato di 10 ragazzi morti, quasi tutti giovani ventenni, che non hanno esitato a lasciare una vita tranquilla, per quanto potesse essere tranquilla la vita nel periodo bellico, per inseguire l’ideale di liberare la loro terra e i loro fratelli dall’oppressione nazifascista.

6 febbraio 2021

6 marzo 2021

I caduti di via Garibaldi a Gorla Minore

Tra i vari problemi che i gruppi partigiani dovevano affrontare, c’era anche la difficoltà nel comunicare sia tra di loro che con i comandi del C.N.L. e delle truppe alleate.

Alla base di queste difficoltà c’è la strage di via Garibaldi.


La mattina del 25 aprile 1945, una ventina di partigiani gorlesi , avuto notizia di spostamenti di truppe nemiche in marcia verso Legnano, decide di andare a dar manforte ai combattenti della città del Carroccio, che erano insorti per liberare definitivamente la città all’oppressione nazifascita.

Requisito un camion ad un commerciante, fanno tappa nei vari depositi di armi nascosti nella zona per approvvigionarsi e poter sopportare l’urto dei meglio organizzati avversari.

Purtroppo per loro, i cieli della valle Olona erano solcati da aerei alleati che dovevano supportare la lotta di liberazione partigiana nell’operazione “The varesina sweeper” (la scopa del varesotto).

Due aerei inglesi, del tipo Spitfire, vedendo il camion zeppo di uomini armati, li scambiarono per un convoglio nemico ed aprirono il fuoco massacrando gli occupanti dell’automezzo.

Il bilancio fu tragico: 14 partigiani uccisi, gli altri feriti, nessuno si salvò.

La popolazione, attirata dal rumore dei motori degli aerei e dal crepitare delle armi, capisce immediatamente la tragedia, accorre sul luogo , ma purtroppo non c’è più nulla fare.


Purtroppo i comandi alleati furono avvisati solo in tarda giornata dei movimenti dei partigiani nella valle Olona. La carenza di strumenti logistici è stata fatale ai giovani gorlesi.

Nel luogo della tragedia, a liberazione avvenuta, è stato eretto un cippo ad imperitura memoria del sacrificio di questi giovani che non hanno esitato anche loro a rischiare la vita per la libertà della loro Patria.

Il bunker nazifascista di Marnate

Il bunker, costruito nel periodo luglio/settembre 1944, era destinato a contenere i fanghi auriferi razziati nelle miniere di Macugnaga, da spedire poi a Milano per essere trasformati in lingotti, e quindi destinati ad essere trasferiti nelle accoglienti banche svizzere.

Per evitare incidenti diplomatici facendo entrare camion con le insegne naziste nel neutrale territorio elvetico, si decise di effettuare il trasporto con la ferrovia di Valmorea che collegava Castellanza, confinante con Marnate, direttamente con Mendrisio.

Il piano nazista venne bloccato dall’intervento di alcuni reparti di partigiani della Repubblica dell’Ossola. Una volta rioccupata la valle ossolana, i nazisti recuperarono il loro bottino e lo trasferirono presso il bunker di Marnate. Gli alleati fascisti rivendicarono la proprietà dei lingotti e obbligarono il generale nazista a mettere il carico a disposizione della Repubblica Sociale di Salò.


Il 26 aprile del 1945 il bunker venne conquistato dai partigiani dopo un duro scontro con le truppe naziste.

Durante lo scontro a fuoco rimase ucciso il partigiano Carlo Moltrasio e altri due rimasero feriti. Alla fine del conflitto il bunker venne tuttavia trovato completamente privo del suo prezioso contenuto, razziato dai fascisti, ma con un ordigno pronto ad esplodere per distruggere ogni accesso al bunker stesso.


Nel 2014 il bunker divenne di proprietà del comune di Marnate.

Il 29 marzo del 2015, dopo una serie di restauri, in collaborazione con la sezione ANPI di Gorla Minore e con le sezioni ANPI della Valle Olona il bunker venne aperto al pubblico e venne posata una targa a memoria dell’eroico gesto del partigiano Carlo Moltrasio, oltre ad un murale raffigurante la prima pagina dell’edizione storica del Corriere della Sera dell’11 giugno 1946.

3 aprile 2021

8 maggio 2021

I martiri della "Ercole Comerio"

La Ercole Comerio è una ditta meccanica di Busto Arsizio.

Durante il periodo delle due guerre mondiali viene riconvertita in industria bellica. Con l’inizio delle seconda guerra mondiale, le restrizioni imposte dal conflitto fecero nascere scioperi spontanei di lavoratori che reclamavano migliori condizioni salariali.

Dopo il 25 luglio del ’43, con la caduta del fascismo, gli operai della Comerio chiedono il ripristino delle commissioni interne in sostituzione del sindacato corporativo fascista e l'allontanamento dei membri di questa organizzazione.

Ciò provoca la reazione degli alleati nazisti che, il 10 gennaio del 1944, circondano la fabbrica, obbligano le maestranze a radunarsi nel cortile sotto la minaccia delle armi. Vengono riconosciuti colpevoli di sciopero i lavoratori membri della commissione interna che vengono arrestati.

I prigionieri vengono caricati su un camion e inviati al carcere milanese di San Vittore, all’epoca centro di raccolta dei deportati, e destinati al campo di sterminio di Mauthausen, del quale proprio in questi giorni ricorre l’anniversario della liberazione.

Dei deportati, tre periranno per le angustie patite nel campo di sterminio, un altro morirà pochi mesi dopo il ritorno a casa e solo due riusciranno a sopravvivere all’orrore.

Il tributo pagato dalla Ercole Comerio è stato comunque molto alto, in quanto, oltre al sacrificio dei deportati, altri cinque lavoratori perderanno la vita durante azioni partigiane.

Ogni anno, in occasione dell’anniversario, il prezioso contributo di queste vite alla lotta partigiana viene degnamente ricordato con una solenne cerimonia.

Angelo "Angioletto" Castiglioni

Angelo Castiglioni, per tutti “Angioletto”, (nato a Busto Arsizio il 13/08/1923 e deceduto sempre a Busto l’11/05/2011), partigiano, venne arrestato l’11 dicembre del 1944 a seguito di una delazione che lo indicava come capo di un gruppo partigiano bustocco.

Nonostante le torture subite, Angelo non svela alcun nome dei suoi compagni e, per questo, viene dapprima imprigionato nel carcere di milanese di San Vittore, centro di raccolta dei prigionieri nazi fascisti, e successivamente inviato al campo di sterminio di Flossenburg (dove tra gli altri, perse la vita anche Eugenio Pertini, fratello di Sandro), dove arrivò il 23 gennaio del 1945.

Fu costretto anch’egli a patire le violenze, le angherie fisiche e psicologiche riservate ai deportati, la privazione della dignità umana, il freddo e la paura di finire nelle camere a gas e poi nei forni crematori.

Riuscì comunque a sopravvivere a tali orrori e venne liberato il 7 maggio del ’45. Riacquistata la libertà, tenne fede alla promessa fatta nel lager: testimoniare l’orrore dello sterminio nazista in memoria di coloro che non riuscirono a sopravvivere affinchè simili tragedie non abbiano più a ripetersi, andando a raccontare la sua esperienza nelle scuole e ribadendo il concetto della cultura come mezzo per sentirsi uomini liberi.

Sarà una presenza assidua alle celebrazioni della Giornata della Memoria, al Tempio Civico della chiesetta di S. Anna eretta a Busto Arsizio davanti al Municipio, che proprio grazie a lui è diventato un simbolo di pace e fratellanza tra i popoli, fino al 27 gennaio 2011, quando tiene il suo ultimo discorso.

Il ricordo di Angioletto è vivo in tutta la città che lo ricorda col rispetto che si deve ai grandi uomini.

5 maggio 2021

16 gennaio 2021


“Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare.”

Liliana Segre venne deportata a 13 anni in campo di concentramento con la famiglia a causa delle sue origini ebraiche. Oggi dedica la vita alla testimonianza soprattutto tra i giovani nelle scuole per continuare a coltivare la memoria, grazie al suo impegno è stata nominata Senatrice a Vita.



Istruitevi, perchè avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza.
Agitatevi, perchè avremo bisogno di tutto il nostro entusiasmo.
Organizzatevi, perchè avremo bisogno di tutta la nostra forza.

Antonio Gramsci: politico, giornalista, intellettuale, viene incarcerato dal regime fascista a causa della sua opposizione e del suo impegno nel partito comunista.

13 febbraio 2021

13 marzo 2021


“L'esperienza mi ha insegnato che la liberazione è sempre una meta da realizzare ogni giorno. Non ci sono liberatori, ma uomini che si liberano. La Resistenza fa corpo con lo stesso essere uomo”.

Don Giovanni Barbareschi, prete e partigiano, nel giornale cattolico clandestino "Il Ribelle" .


... Su queste strade se vorrai tornare
Ai nostri posti ci troverai
Morti e vivi collo stesso impegno
Popolo serrato intorno al monumento
Che si chiama
Ora e sempre
Resistenza

"Lapide ad ignominia" di Piero Calamandrei

giurista, politico e docente universitario. Fondatore del Partito d'Azione, autore di diverse epigrafe e poesie sulla Resistenza, partecipò ai lavori per la stesura della Costituzione.

10 aprile 2021

15 maggio 2021


“Il dominio totalitario, al pari della tirannide, racchiude in sè i germi della propria distruzione”.

Hannah Arendt, intellettuale e filosofa ebrea, partecipò al processo di Gerusalemme e si dedicò allo studio e alla comprensione dei meccanismi che portarono alla creazione di regimi totalitari e alle atrocità del genocidio degli Ebrei.

cit. in "Origini del totalitarismo"


Oggi la nuova Resistenza in che cosa consiste? Ecco l’appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia. E cioè, oggi ci vuole due qualità a mio avviso cari amici: l’onestà e il coraggio.

Sandro Pertini, partigiano e politico, fu il VII presidente della Repubblica italiana.

13 giugno 2021

23 gennaio 2021

Cristo è sbarcato a Locri

Proprio con l'approssimarsi del Natale sulle coste di Locri - città calabrese spesso nota per tristi vicende di 'ndrangheta – è avvenuto lo sbarco di circa 100 migranti mediorientali.


Diversamente da quanto accaduto per altri arrivi sul suolo italiano, non si sono riscontrate scene di odio sulle strade asfaltate o sulle piazze online...vi è stato un lavoro di squadra da parte di tutti: istituzioni, associazioni, cittadini, qualunque fosse il colore politico o della pelle.

Nel palazzetto comunale si è provveduto a dare accoglienza e ristoro, tutto per chi anche questa volta ha rischiato la vita per ricercare una vita migliore.


Questa goodnews è un buon segnale di unione, collaborazione, un seme di resistenza contro l'odio e di speranza in vista del nuovo anno appena iniziato.


La pandemia ci dice infatti, e ci dovrebbe aver insegnato che solo collaborando tutti quanti (non solo le istituzioni, anche i comuni cittadini...) possiamo sconfiggere il virus del Covid ma ancora di più la malattia della solitudine, paura, diffidenza; emarginazione... Virus che permarranno oltre l'arrivo dei vaccini, e che dobbiamo in misura uguale estirpare, per una società sana non solo nel fisico, ma anche nella mente e nei cuori.

Fonti:

Spegniamo il fascismo: ecco una nuova proposta di legge

Nello scorso autunno è partita la raccolta firme per una proposta di legge di iniziativa popolare, da un piccolo comune della provincia di Lucca, Stazzema.

Vi dice qualcosa? A Sant'Anna di Stazzema, il 12 Agosto 1944 avvenne una delle più sanguinose stragi naziste nella seconda Guerra Mondiale, in Italia.

Questo come molti altri fatti atroci ha fermato gli impulsi nazifascisti e il rinascere di nostalgie per il Ventennio?

No: una percentuale troppo alta di persone nega la Shoah e tutte le altre discriminazioni verso i dissidenti politici, Rom, Sinti e Gitani; omosessuali; Testimoni di Geova.

Troppi italiani affermano che Mussolini fu un grande statista che però commise solo “qualche errore”.

Vi è mai capitato di vedere calendari del Duce; accendini col fascio littorio; magliette nere con qualche slogan del PNF?


Non bastano più la Legge Scelba e la Legge Mancino contro l'apologia del fascismo e la sua ricostituzione in partito: occorre vietare la diffusione della propaganda.

Con questa proposta, che deve raccogliere almeno 50.000 firme per poter essere discussa in Parlamento, si metterà un freno a queste ideologie antidemocratiche.

C'è tempo fino al 31 Marzo, negli uffici del proprio Comune.


Grazie a chi, semplice cittadino o personaggio famoso come Benigni, contribuirà al successo.

Fonti:

20 febbraio 2021

20 marzo 2021

Ridiamo vita ai beni mafiosi

Domani, Domenica 21 Marzo vi sarà la XXVI Giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.

E' dal 1996 che Libera (la rete di associazioni, movimenti, gruppi... presieduta da don Luigi Ciotti) e Avviso Pubblico (Enti locali e regionali per la formazione civile contro le mafie) la organizzano nel primo giorno di primavera, a simboleggiare rinascita e riscossa, col ricordo delle vittime di mafia e la speranza in un futuro migliore.

E' di pochi giorni fa la pubblicazione del rapporto “Fattiperbene” sui beni confiscati e riutilizzati, a 25 anni dall'approvazione della Legge 109 del 1996.

Qualche dato locale?

120 beni in gestione in Provincia (19 nella sola Busto Arsizio, 2 a Cislago); 103 destinati (5 a Busto, 2 a Castellanza). Nel vicino Legnanese, su 65 confiscati, 35 sono già stati riutilizzati a vantaggio del territorio. In che modo? A fini sociali o istituzionali, ad associazioni, cooperative sociali o ad Amministrazioni pubbliche.

Questo è un ottimo modo per indebolire la criminalità, intaccando patrimonio e influenza, a beneficio dei cittadini onesti; con lavoro, servizi, spazi a vantaggio di tutti.
E' un bel segnale di speranza e resistenza: uniti si può vincere, anche qui!

Fonti:

Cosa possiamo fare, nel nostro Comune, per proseguire il 25 aprile?

Come avvicinarci al 25 Aprile senza limitarci a una ripetitiva (sacrosanta) commemorazione e celebrazione di quanto avvenuto?

Dopo aver parlato della raccolta firme per la proposta di legge Stazzema, vediamo cosa hanno fatto di concreto città come Reggio Emilia, che il 29/03 ha approvato una mozione e Milano, che ha depositato un Ordine del Giorno.

Riportiamo un estratto di quest'ultimo, per capire un'iniziativa giusta, financo doverosa:

“integrare il regolamento […] comunale con il divieto di concedere l’occupazione di aree pubbliche, permanenti o temporanee, finalizzata in tutto o in parte alla vendita o promozione di propaganda di ideologie nazifasciste, xenofobe...in contrasto con Costituzione e normativa nazionale [...];

Il divieto della vendita e la diffusione di gadget nazifascisti di produzione successiva a quella fascista e nazista con chiari intenti apologetici; (pertanto gli oggetti di quell'epoca che possono ritenersi di valore storico, devono riportare l'indicazione “Documento storico”), nel rispetto della vigente normativa in materia di contrasto all’apologia di fascismo [...], su tutto il territorio comunale sia nelle installazioni commerciali a posto fisso che attraverso altre forme di distribuzione (es. banchi commerciali su aree pubbliche in occasione di Fiere e/o altre manifestazioni).”

La strada è quindi tracciata, percorriamola insieme per vincere l'odio.


Fonti:

17 aprile 2021

22 maggio 2021

Good news resistenti dalla Scuola "Dante Alighieri" di Marnate

STRADE DI LIBERAZIONE: la via della conoscenza

L'ANPI nazionale ha deciso di promuovere, per lo scorso 25 Aprile, un'iniziativa in tutti i Comuni, per insegnare; per ricordare; per capire.

L'ANPI invitava chiunque volesse a deporre un fiore, alle ore 16 della Festa della Liberazione, sotto le targhe delle vie e delle piazze dedicate ad antifasciste/i e partigiane/i. Questo per unire il Paese intorno alla stagione di lotta per la libertà e la democrazia. Un fiore come simbolo a ricordo del sacrificio di donne e uomini da cui sono nate la Repubblica e la Costituzione.

Con grande gioia abbiamo ricevuto dei messaggi da degli alunni della Scuola Secondaria di primo grado "Dante Alighieri" di Marnate (Sabrina della 3°C e l'intera 1°A) che hanno spontaneamente aderito all'iniziativa, deponendo fiori e pensieri (Sabrina in Via Matteotti; i ragazzi della 1a Media anche in Via Gramsci e Via Turati).

Si sentivano di ringraziare per la loro lotta, forza e coraggio, e si percepiscono come le nuove e i nuovi testimoni della Resistenza e vorrebbero organizzare iniziative con noi.

Non è una bellissima notizia?

Siamo onorati e grati di poter collaborare con questi giovani per dare volto e storia a quelle targhe nei nostri Comuni, apprendere le nostre radici; camminando lungo la Via della conoscenza!

Fonte:

Nasce il Forum Nazionale Antifascista

Il 2 Giugno d'ora in poi non sarà ricordato solo per la Festa della Repubblica italiana (quest'anno fanno 75 anni, auguri!), e come anniversario del diritto di voto alle donne, ma sarà una pietra miliare anche per un altro motivo: Mercoledì, a Roma, si sono ritrovate 10 associazioni nazionali antifasciste per creare il Forum delle Associazioni antifasciste e della Resistenza.

Al Teatro Nuovo cinema Aquila di Roma ANPI, AICVAS (Associazione italiana combattenti volontari antifascisti di Spagna ), ANED (Associazione Nazionale ex deportati nei campi nazisti ), ANEI (Associazione nazionale ex internati ), ANFIM (Associazione nazionale famiglie italiane martiri), ANPIC, ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti), ANRP (Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia), FIAP (Federazione Italiana Associazioni Partigiane), FIVL (Federazione Italiana Volontari della Libertà) si sono riunite e hanno creato un Forum collegiale e permanente, apartitico e pluralista con lo scopo di rilanciare i valori antifascisti e resistenziali; diffondere la conoscenza della storia italiana e della Costituzione dandone piena attuazione; affermare i diritti umani contro ogni discriminazione; formare civilmente i cittadini e altri obiettivi contenuti nella Carta dei valori.

L'auspicio è che questo sia solo un primo e proficuo passo nella strada della consapevolezza e dell'impegno civile e politico dei cittadini.

Fonti:

19 giugno 2021

30 gennaio 2021

“M. Il figlio del secolo” - Antonio Scurati

Quanto siamo consapevoli di cosa accadde in Italia nei primi anni Venti del secolo scorso? È possibile confrontarsi con questi temi in modo serio e comunicativamente accattivante?

L’opera di Antonio Scurati si pone su questo piano ripercorrendo, in forma romanzata, l’ascesa al potere di Benito Mussolini e la nascita del fascismo. La narrazione si avvia al termine della prima guerra mondiale, precisamente dalla fondazione dei Fasci di combattimento a Milano il 23 marzo 1919. Ripercorre le vicende politiche e sociali italiane fino al 1924, anno delle elezioni che sanciscono il controllo del parlamento da parte del partito nazionale fascista e del delitto del parlamentare socialista Giacomo Matteotti ad opera degli stessi fascisti. L’ultimo atto vede il discorso del 3 gennaio 1925 di Mussolini alla Camera dei deputati, in cui il capo del fascismo si assume la “responsabilità politica, morale, storica di tutto quanto è avvenuto”. La narrazione si sviluppa in terza persona attraverso gli occhi degli attori principali fornendo una visione poliedrica che l’autore sviluppa con maestria: il lettore viene guidato nel dedalo della storia senza che se ne accorga, senza che mai abbia l’impressione di perdersi. L’impianto narrativo è sostenuto con puntualità e precisione dalle parole degli stessi personaggi o da fonti della stampa dell’epoca, fatto che conferisce credibilità all’opera dell’autore. Il racconto si sofferma sul vissuto dei personaggi, ne indaga pensieri ed aspetti interiori, ponendosi oltre uno scarno resoconto dei fatti. Il lettore vive così la gravità della marcia su Roma, le angosce di Matteotti, l’opportunismo di Mussolini.

L’opera, almeno nelle sue parti narrative, è frutto dell’ingegno dell’autore. Rimane tuttavia un fatto imprescindibile: il fascismo è nato e si è sviluppato avendo come cardine la violenza.

Premio Strega 2018: Antonio Scurati “M. Il figlio del secolo”, Bompiani.

Dedicato a Chi - Lelio Morra

Potrebbe sembrare solo una canzone leggera e spensierata, ma se sosti un momento e ti metti in ascolto, ti regalerà molto di più. Lo spirito r-esistente e tenace di ciascuno di noi ha bisogno di alimentarsi anche del bello e del poetico che l’arte musicale spesso ci regala e questo brano di Lelio Morra tocca le corde profonde del cuore.

Una canzone da ascoltare prima di una sfida importante, difficile, che sembra insuperabile, quando pochi credono in te e sei rimasto solo tu a sostenere i tuoi progetti, perché “servirà crederci anche quando il mondo crollerà”. E non è questa r-esistenza?

Una canzone da ascoltare perché ci ricorda che i nostri gesti e i nostri valori non possono mai essere disgiunti, perché “quel che sei si riflette nei tuoi gesti”. È un fortissimo richiamo all’integrità di ciascuno. E non è questa r-esistenza?

Una canzone da ascoltare perché è dedicata “a chi non ha mai smesso di combattere, a chi ha un obiettivo e sa resistere”, perché sa che per creare un mondo migliore e meno ingiusto bisogna rimanere con la schiena diritta e lo sguardo alto. E non è questa r-esistenza?

Una canzone dedicata alla lotta resistente di quel NOI imprescindibile, che ha fatto la storia e che farà il futuro. E non è questa r-esistenza?

La proposta culturale di questo mese è dedicata “a chi non ha paura mai di vivere”, perché c’è una profonda differenza tra vivere e vivacchiare. E non è questa r-esistenza?

https://www.youtube.com/watch?v=Vkv9evtZ7a8
Lelio Morra - Dedicato A Chi - 18 maggio 2016

27 febbraio 2021

27 marzo 2021

Aquile randagie

Chi erano i partigiani? Appartenevano ad uno specifico gruppo socio-economico? La Resistenza fu un’azione corale, un sentimento condiviso? Spesso ci si pone questi o analoghi interrogativi che, da un punto di vista storico e storiografico, cercano di capire quanto la resistenza sia stata un fenomeno condiviso. Per una volta vorremmo guardare questi interrogativi sotto il profilo umano. Proviamo a cercare, dentro il nome partigiano, chi erano gli uomini e le donne che fecero i partigiani, quali erano i sogni, le speranze, che vita conducevano, quali i loro problemi quotidiani. Una piccola risposta la possiamo trovare nel film “Aquile randagie” (2019) diretto da Gianni Aureli. La pellicola ripercorre le vicende del gruppo scout lombardo che decise di opporsi al fascismo fin dalla fine degli anni Venti. Sono ragazzi pieni di vita e di entusiasmo, amano la bellezza del creato, gustano le gioie di amicizie vere e profonde. La ricchezza umana illumina i fatti della storia e permette loro di vedere, ben prima di altri, la natura violenta e repressiva del fascismo. Il capo reparto Uccellini termina con queste parole la prima riunione clandestina, risalente al 1928: “Non è giusto, e noi non lo accettiamo, che ci venga impedito di vivere insieme, secondo la nostra Legge: legge di lealtà, di libertà, di fraternità. Noi continueremo a fare del nostro meglio, per crescere uomini onesti e cittadini preparati e responsabili”.

Aquile randagie, Gianni Aureli, 2019

Le mostre in piazza XXV aprile

La proposta culturale di questo mese è a chilometro zero: 2 mostre che saranno esposte in Piazza XXV Aprile di Gorla Minore proprio nel giorno della Liberazione.

LA MOSTRA DEL CONSIGLIO COMUNALE DEI RAGAZZI dal titolo LA LIBERTÀ NELL'ARTE: creata dai ragazzi del consiglio comunale di Gorla Minore, interamente pensata e progettata dai giovani cittadini Gorlesi, sul valore della libertà, perché la bellezza salverà il mondo!

LA MOSTRA R-ESISTENTE: alcune delle uscite più significative della nostra rubrica sono state tramutate in pannelli della mostra, così da essere ben visibili e accessibili a tutti, anziani, giovani e bambini! Poiché siamo fermamente convinti che CHI SEMINA MEMORIA RACCOGLIE FUTURO!

24 aprile 2021

29 maggio 2021

Casa della memoria

Nel cuore di Milano, al confine tra il nuovo quartiere di Porta Nuova e il vecchio quartiere dell'Isola, si trova la Casa della Memoria. L'edificio si inserisce all'interno di un importante sistema di spazi ed edifici pubblici o a vocazione pubblica che comprende, tra gli altri, la nuova sede della Regione Lombardia e il Parco della Biblioteca degli Alberi. Essa è stata inaugurata nel 70° anniversario della Liberazione e voluta dall'Amministrazione comunale come spazio pubblico aperto alla città per promuovere un confronto e una riflessione sulla storia ancora recente della nostra Repubblica e sui valori ideali e politici sui quali si fonda. Essa ospita cinque associazioni (ANED, AIVITER, ANPI, Associazione Piazza Fontana 12 dicembre 1969 e Istituto Nazionale Ferruccio Parri - già INSMLI) che con la loro attività e la collaborazione dell’Amministrazione comunale mantengono viva la memoria della storia d’Italia, dalla Resistenza agli anni del terrorismo, promuovendo il dibattito con i cittadini e attivando un dialogo con le nuove generazioni. Le facciate dell’edificio costituiscono già occasione di riflessione grazie ad una serie di ampi riquadri in cui trovano spazio otto immagini storiche nella fascia superiore e undici ritratti in quella inferiore. In particolare nella parte superiore della facciata del lato nord è riprodotta l'immagine dell'Annuncio, da parte del comandante partigiano Cino Moscatelli, dell'avvenuta liberazione della città di Milano il 28 aprile 1945 (Autore ignoto, Archivio Publifoto di Milano).

Testi tratti ed adattati da www.casadellamemoria.it

"1943" - Stefano Catone

Stefano Catone lo abbiamo conosciuto da vicino durante l'evento della nostra sezione per il 25 Aprile, con la serata dal titolo "Antifascismo oggi". Ora lo ritroviamo come autore di un nuovo interessante libro che vi proponiamo come lettura resistente per questa estate.

"1943" è il titolo del suo nuovo libro edito da People.

Che cosa ci fanno un agente speciale inglese, un prete e un alpinista di fama internazionale sulle pendici della stessa montagna? La riposta è semplice: la Resistenza. Sulle rive del lago di Como, ai piedi delle Grigne e del Resegone, tra il 1943 e il 1945 si incrociano le vite di tre persone tanto diverse quanto unite da un medesimo ideale: la libertà. Dick Mallaby, don Giovanni Barbareschi e Riccardo Cassin, più o meno casualmente, intersecano le loro strade all'ombra delle montagne dei milanesi. Rischiano grosso, tra missioni segrete a bordo di improvvisate imbarcazioni, arresti, interrogatori, false identità e militi fascisti sempre all'erta. Nemmeno le giornate della Liberazione saranno felici, a causa della perdita dell'amico fraterno e compagno di cordata di Cassin, Vittorio Ratti. Le loro storie ci insegnano quanto il corso della storia dipenda dalle scelte di ciascuno di noi.

«Di piccole storie abbiamo bisogno ora. Abbiamo bisogno di legarle a volti, nomi e luoghi. Dobbiamo sfogliare quelle fotografie, ripetere quei nomi, tornare in quei luoghi. Sono i luoghi del dolore e della sofferenza, ma sono anche i luoghi che hanno unito le nostre nonne e i nostri nonni in quella battaglia armata e ideale di Resistenza.»

fonte: https://www.peoplepub.it/pagina-prodotto/1943


26 giugno 2021

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