22 gennaio 2022
22 gennaio 2022
Ogni sabato alle ore 10 un contributo alla cultura antifascista odierna: la memoria di personaggi noti per l’adesione al movimento della Resistenza e di avvenimenti importanti in luoghi storici; la conoscenza di motti e citazioni antifascisti; la diffusione e la rilettura delle good news di attualità con occhi resistenti; la segnalazione di proposte culturali che possano aiutare a scoprire e gustare i valori della Resistenza.
La volontà che muove questo appassionante progetto nasce dalla ferma convinzione che CHI SEMINA MEMORIA RACCOGLIE FUTURO: la vita quotidiana della nostra società è ancora impregnata di ingiustizie, diseguaglianze sociali e visioni distorte, che richiedono alle coscienze un occhio critico che veda i valori della Costituzione nei fatti odierni, una mente appassionata nel comprendere e cercare soluzioni, e piedi pronti a muoversi.
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5 febbraio 2022
Sophie Scholl nacque in Germania nel 1921 da una famiglia dal profondo senso religioso.
Come tutti i suoi coetanei, nel 1933, viene iscritta alla gioventù hitleriana, ma, ben presto, la sua preparazione religiosa la spinge, insieme al fratello Hans, verso movimenti di opposizione al regime nazista, ma sempre ispirati alla lotta non violenta, tra i quali quello guidato dal sacerdote di origine italiana Romano Guardini.
Nel 1940, si unisce al fratello, di ritorno dal fronte orientale dove con i suoi occhi ha assistito alle atrocità commesse contro gli ebrei. A Monaco di Baviera entrano a far parte del movimento studentesco universitario per organizzare l’opposizione al regime nazista.
Nella primavera del 1941 formano la “Rosa Bianca”, organizzazione composta principalmente da intellettuali cattolici anti nazisti.
I membri della Rosa Bianca si dedicavano soprattutto alla distribuzione di volantini che, nelle loro intenzioni, dovevano servire a svegliare le coscienze dei cittadini anestetizzate dalla propaganda nazista.
Nel febbraio del ’43, Sophie, a seguito di una delazione, viene scoperta ed arrestata.
Viene interrogata dalla Gestapo per quattro giorni insieme ad altri due suoi compagni e, al termine del sommario “processo”, condannata a morte.
Sophie Scholl, con sul corpo i segni delle torture subite, e i suoi due compagni vennero ghigliottinati il 22 febbraio del 1943 nel cortile del carcere di Monaco di Baviera.
Sophie è sepolta nel cimitero di Monaco vicino al suo amato fratello Hans.
Le tre sorelle Mirabal: Patria, Minerva e Maria Teresa sono l’emblema della lotta alla dittatura imposta nella repubblica Dominicana da Rafael Leonida Trujillo negli dal 1930 al 1961.
L’impegno delle tre sorelle contro la dittatura di Trujillo, sfociò nella formazione del “Movimento 14 di giugno”.
Nel gennaio del 1960, il gruppo venne scoperto dalla polizia segreta di Trujillo e suoi membri, tra cui le sorelle Mirabal e i loro mariti, vennero arrestati e tradotti nel carcere di “La 40”. Dopo alcuni mesi le sorelle vennero liberate, ma i loro mariti restarono agli arresti.
Il 25 novembre del 1960, le sorelle Mirabal andarono a far visita ai lor mariti ma, durante il viaggio di ritorno, l’auto sulla quale viaggiavano venne intercettata dalla polizia, i passeggeri furono costretti a scendere dal veicolo, portati in un luogo appartato ed uccisi a bastonate.
I loro corpi vennero poi rimessi all’interno del veicolo che venne fatto precipitare in un dirupo per simulare un incidente.
Ciò provocò un ondata di sdegno nel paese che, finalmente, trovò la forza per ribellarsi alla dittatura.
Ribellione che culminò con l’assassinio di Trujillo.
Da allora, il 25 novembre è la giornata in cui si commemora le violenza contro le donne, nel tempo poi divenuto il giorno della lotta alla violenza di genere.
5 marzo 2022
2 aprile 2022
Germano Nicolini (Fabbrico, 26/11/1919 – Correggio, 24/10/2020) nacque da una numerosa famiglia contadina di formazione cattolica. Durante la seconda guerra mondiale, conseguì i gradi di ufficiale dell’esercito.
Arrestato dai tedeschi dopo l’8 settembre 1943, riuscì a fuggire e ad unirsi ai partigiani che combattevano in Emilia, diventando comandante del 3° battaglione della 77ᵃ Brigata S.A.P. “Fratelli Manfredi”. Il soprannome “Diavolo” gli venne dato dopo una rocambolesca fuga, in bicicletta, da un’imboscata organizzata dalle truppe tedesche.
Nell’immediato dopoguerra, ricoprì la carica di segretario dell’A.N.P.I. di Correggio, durante la quale si spese per una riconciliazione nazionale nei confronti dei fascisti che non si fossero macchiati di crimini.
Nel marzo del 1947, insieme ad altri due ex partigiani, venne accusato dell’omicidio di don Umberto Pessina, parroco di San Martino Piccolo, una frazione di Correggio, ucciso con due colpi di pistola nel giugno del 1946. Dopo un lungo processo, caratterizzato da depistaggi, verbali scomparsi e false testimonianze, Germano Nicolini, venne definitivamente assolto nel giugno del 1994, 45 anni dopo il delitto.
Nel 1997 gli venne conferita la medaglia d’argento al valore militare.
Germano Nicolini morirà nella sua casa di Correggio il 24 ottobre del 2020, alla veneranda età di 100 anni.
Ernesto Mora (01/04/1924 – 23/02/1945) e Enzo Gibin (01/01/1926 – 23/02/1945) erano due giovanissimi partigiani della 81^ Brigata Garibaldi.
Il 23 febbraio del 1945 vennero incaricati di catturare il capitano fascista Roncarolo, famoso torturatore di partigiani.
Appostati davanti all’ospedale di Borgomanero, riescono ad arrestare il Roncarolo ed un milite della R.S.I., lasciando libero un ragazzo che era con i due fascisti. Proprio questo ragazzo diede l’allarme e i due partigiani, intercettati da una pattuglia della Folgore, vengono coinvolti un conflitto a fuoco durante il quale Gibin viene ferito ad una gamba. Mora si carica il compagno sulle spalle e lo nasconde nei boschi, trovando riparo poi in un cascinale.
Quando torna per recuperare il compagno, i due vengono attaccati da una pattuglia fascista guidata proprio dal capitano Roncarolo. Finite le munizioni, Mora è costretto alla resa e viene arrestato, mentre Gibin viene trasportato all’ospedale di Borgomanero.
Il comandante del presidio fascista di Cressa, dà ordine affinchè ai due ragazzi venga inflitta una punizione esemplare: Ernesto Mora ed Enzo Gibin vengono selvaggiamente massacrati a calci e con il calcio dei moschetti.
Mora, costretto ad assistere allo scempio del corpo del suo compagno, prima di morire riesce a gridare: “Viva l’Italia libera e i partigiani!”
7 maggio 2022
4 giugno 2022
La dittatura militare insediata in Argentina nel marzo del 1976, organizzò un sistema di eliminazione di massa degli oppositori basato sull’arresto, tortura e successiva sparizione dei corpi di migliaia di persone (desaparecidos) anche tramite i famigerati “voli della morte”, dove i corpi dei prigionieri venivano gettati in mare per far scomparire ogni traccia dei crimini commessi.
I figli dei detenuti scomparsi, venivano tolti dalle loro famiglie naturali e, con delle finte adozioni, affidati a militari o sostenitori del regime.
Ciò provocò una resistenza non violenta promossa dalle parenti delle persone scomparse che, nel 1977, cominciarono ogni giovedì a marciare nella plaza de Mayo di Buenos Aires, sede del palazzo del governo argentino. Queste nonne, in spagnolo “Abuelas”, scelsero di portare in capo un fazzoletto bianco. Con questo volevano conoscere la sorte toccata ai loro familiari.
La più famosa tra loro è Estela de Carlotto, che vide una delle sue figlie scomparire nel nulla nel 1977, mentre era in attesa di un figlio.
Dopo una estenuante ricerca durata ben trentasei anni, Estela nel 2014 riuscì tramite la prova del DNA a ritrovare il suo nipotino. Nel 2011 ha ricevuto una laurea Honoris Causa per l’impegno profuso per la difesa dei diritti umani.
Alfonso Chiminello (anni 20), Alvaro Negri (anni 23), Pasquale Perfetti (anni 23), Luigi Zucca (anni 25) e Cesare Belloni (anni 27) erano cinque partigiani della 106^ Brigata Garibaldi SAP operante nel rhodense.
Arrestati da alcuni componenti della famigerata brigata nera “Aldo Resega”, probabilmente a seguito di una delazione, a causa del rifiuto di fornire i nomi dei loro compagni, vengono selvaggiamente torturati presso la casa del fascio di Rho, successivamente trasportati a Legnano e poi condotti nel comune di Robecchetto, in località Padregnana.
Qui, la sera del 13 ottobre 1944, una sera fredda e piovosa, vengono assassinati a colpi di mitra e i loro corpi gettati nel Naviglio con la speranza di occultare il crimine commesso.
Dei cinque ragazzi, solo Cesare Belloni, fingendosi morto, riuscirà a salvarsi aggrappandosi ad un palo sporgente dal canale e a raggiungere un casale dove viene accudito e medicato.
Sarà proprio lui, in qualità di testimone oculare e sopravvissuto alla strage a permettere, alla fine della guerra, di far processare i colpevoli dell’eccidio che, in caso contrario sarebbero rimasti impuniti.
Nel luogo del loro martirio è stato eretto un monumento in loro ricordo, dove ogni anno viene commemorato il loro sacrifico.
2 luglio 2022
Malala Yousafzai (nata il 12 luglio 1997 a Mingora) è un'attivista pakistana.
Nel 2012 fu colpita da un attentato dei talebani mentre andava a scuola, in seguito si trasferì in Inghilterra dove ha concluso i suoi studi e ha continuato la sua attività per i diritti umani.
Per questo è la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace ed è tuttora nota per il suo impegno per l'affermazione dei diritti civili e per il diritto all'istruzione delle donne della città di Mingora, nella valle dello Swat.
12 febbraio 2022
12 marzo 2022
Nelson Mandela nacque il 18 luglio 1918, in Mveso, Transkei, in Sud Africa. Fu coinvolto nel movimento anti-apartheid.
Per 20 anni, guidò una campagna di pace, di sfida non violenta contro il governo sudafricano e le sue politiche razziste.
Fu incarcerato per 26 anni, fino a quando, nel 1994 riuscì a diventare il presidente del Sud Africa, paese che lo aveva incarcerato.
Nel 1993, Mandela e il presidente sudafricano F.W. de Klerk ottennero il Premio Nobel per la pace.
Mohāndās Karamchand Gāndhi, comunemente noto con l'appellativo onorifico di Mahatma, (2 ottobre 1869 – 30 gennaio 1948) è stato un politico, filosofo e avvocato indiano.
È stato uno dei teorici e dei fautori della resistenza all'oppressione tramite la disobbedienza civile di massa che ha portato l'India all'indipendenza.
Per questo, In India, Gandhi è stato riconosciuto come "Padre della nazione" e il giorno della sua nascita (2 ottobre) è un giorno festivo. Questa data è stata anche dichiarata Giornata internazionale della nonviolenza dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
9 aprile 2022
14 maggio 2022
Martin Luther King Jr. nacque il 15 gennaio 1929, ad Atlanta, in Georgia; fu attivista per i diritti civili negli Stati Uniti, svolse un ruolo fondamentale nel porre fine alla segregazione legale e razziale dei cittadini afro-americani del Sud e in altre aree della nazione, permettendo l'istituzione del Civil Rights Act (1964) e del Voting Rights Act (1965).
Nel 1964 fu premiato con il Premio Nobel per la Pace.
Il 4 aprile del 1968 King venne assassinato. Egli rimane ancora oggi simbolo della lotta per la giustizia e l'uguaglianza razziale.
Iqbal Masih fu un bambino operaio, sindacalista e attivista Pakistano. Raccontando la sua storia di bambino costretto a lavorare divenne un simbolo della lotta contro il lavoro minorile in Pakistan. A causa del suo impegno fu assassinato nel 1995. È tuttora un esempio di lotta contro lo sfruttamento e di impegno per i diritti dei bambini.
11 giugno 2022
9 luglio 2022
Berta Caceres è stata un'attivista per i diritti delle popolazioni indigene e per la tutela dell'ambiente in Honduras.
Cáceres apparteneva al popolo Lenca, il gruppo etnico indigeno più numeroso dell’Honduras, e nel 1994 aveva fondato, con l’allora marito Salvador Zuniga, il Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene (Copinh), un’associazione dedicata alla difesa dell’ambiente e, in particolare, dei fiumi, che la tradizione lenca considera sacri.
Nel 2015 fu premiata con il Goldman Environmental Prize, da molti considerato il Nobel per l’ambiente. Fu assassinata nel 2016.
19 febbraio 2022
“Pensavano di averci seppellito ma non sapevano che noi eravamo semi”.
Così dice un proverbio latinoamericano, e ben si attaglia a una novità politica di grande rilievo, proveniente dal Sud America: il ritorno al Governo cileno, dopo 49 anni, di un Allende.
L’11 Settembre 1973 il Presidente della Repubblica del Cile, il socialista Salvador Allende venne deposto dal golpe fascista guidato dal generale Pinochet, che instaurò una dittatura militare sanguinaria, che durò fino al 1990.
Dopo due anni di forti proteste e violenze sociali, causati dalle grandi disparità economiche dovute a un sistema fortemente neoliberista, e un referendum che ha abrogato la Costituzione militare, il 19 Dicembre 2021 è stato eletto nuovo presidente Gabriel Boric.
Il giovane ex leader studentesco ha trionfato battendo José Antonio Kast, nostalgico dell’ex dittatore.
Nel nuovo governo – composto da 14 donne e 10 uomini - che si insedierà l’11 Marzo, spazio a Maya Fernandez Allende (nipote dell’ex presidente), come ministra della Difesa.
Una storia di rivincita e riscatto della democrazia, a decenni di distanza.
Fonti:
https://www.ilfattoquotidiano.it/.../cile-ecco.../6465031/
https://www.avvenire.it/mondo/pagine/cile-boric-allende
https://www.nextquotidiano.it/maya-allende-nipote.../
La Pimpa, nata dalla matita di Francesco Tullio Altan nel 1975, accompagna da quasi cinquant’anni l’infanzia di bambine e bambini. Lo scorso dicembre, è stata inaugurata presso il Family Center dell’ospedale pediatrico “Meyer” di Firenze la “Sala Pimpa”: uno spazio allegro e colorato in cui la cagnolina a pois rossi accoglie, intrattiene e rasserena le piccole e i piccoli in attesa di essere ricoverati. Arredi, giochi, libri capaci di trasmettere calore e vicinanza, in un’etica dell’accoglienza che entra a far parte della cura.
La Pimpa non è nuova a queste iniziative. Nel 2018 fa il suo ingresso nelle scuole pubbliche libanesi, che accolgono migliaia di scolari siriani in fuga dalla guerra: un quaderno di attività scritto in arabo, un percorso per alleviare i segni del dolore e della paura.
Un personaggio alla ricerca costante di nuovi amici, con un’enorme apertura verso il mondo. Parla con tutti perché per lei tutti sono diversi, ma tutti sono uguali; gioca, si rende utile, porta il suo aiuto oltrepassando i pregiudizi, scavalcando le barriere dell’indifferenza, offrendosi agli altri con fiducia e serenità e accogliendoli con tutta la ricchezza della loro diversità. Quando dopo colazione saluta Armando, si avventura nel mondo con cui è in totale armonia. Il suo comportamento esprime un universo privo di conflittualità, tanto da far dire al suo autore: “La Pimpa è il mondo come io vorrei che fosse”.
Un esempio di infanzia resistente agli stereotipi: originale e variopinta, libera e amichevole, solidale e generosa.
19 marzo 2022
16 aprile 2022
La guerra in Ucraina è in corso da oramai due mesi, e non vi sono segnali concreti di una fine delle operazioni belliche.
Il mondo si è mobilitato e interessato e da più parti si levano opinioni e dubbi su cosa sta succedendo e su come agire: c'è chi propone le sanzioni, chi di aumentare i dispositivi di difesa, chi di fornire più armi a Kyiv, per difenderla e costringere Mosca alla resa.
Sono idee e posizioni legittime, dettate da valori profondi o da strategie geopolitiche.
Come ANPI siamo contro ogni guerra e siamo per la pace, che va necessariamente costruita col contributo di tutti.
La buona notizia è la grande mobilitazione dei cittadini italiani ed europei, con cibo, farmaci, vestiti e l'accoglienza di quei profughi in tanti altri casi trattati come clandestini da respingere (anche se in fuga da fame, persecuzioni, altri conflitti), e non come uomini da proteggere.
A titolo esemplificativo, ci piace segnalare tramite il seguente link le tante iniziative intraprese, affinché possano essere uno stimolo per ciascuno a dare il proprio apporto per la pace.
Fonti:
Il 27, 28 e 29 maggio si svolgerà a Reggio Emilia il festival di Internazionale Kids: un festival di giornalismo per bambine e bambini con incontri, laboratori e spettacoli per parlare di attualità, sport, ambiente, diritti, musica e anche notizie false. I temi centrali per una cittadinanza responsabile e consapevole avranno un focus sul racconto della realtà, sulle insidie che spesso nasconde e sul potere che hanno le parole nel definirla.
Giornaliste e scrittori, fotografe e illustratori si confronteranno sui grandi temi dell’attualità per promuovere l’educazione, valorizzare l’infanzia e abbattere barriere, stereotipi, pregiudizi: un programma pensato per coinvolgere e formare un pubblico giovane e curioso, insieme alla redazione di Internazionale Kids, la rivista che raccoglie articoli e fumetti dai migliori giornali di tutto il mondo per bambine e bambini.
Dal francese Le Pètit Libé allo statunitense Muse, passando per l’inglese Scoop o il tedesco Süddeutsche Zeitung Für Kinder, la rivista mensile offre l’abitudine a informarsi, sin dalla giovane età, su quello che accade in Italia e nel resto del mondo.
Bambine e bambini sono cittadine e cittadini dalla nascita. Crescere informati può fare la differenza sul proprio domani. Perché cultura e diritti camminano insieme.
21 maggio 2022
18 giugno 2022
È stata approvata dal Consiglio Regionale della Lombardia una proposta degna di nota riguardante i Viaggi della Memoria.
Il Pdl 190 (ora l.reg. 10/2022), a prima firma Carlo Borghetti, si pone l’obiettivo di "sostenere e promuovere forme di collaborazione con soggetti pubblici e privati per promuovere l’educazione alla Memoria, la partecipazione civile e democratica e la difesa dei diritti umani e della pace; riconosce l’importanza dei “Viaggi della Memoria” quale prezioso strumento per la costruzione di una memoria collettiva e si impegna a incentivarli fornendo ai promotori assistenza nella progettazione e compartecipando alle spese di organizzazione tramite la pubblicazione di un bando annuale a favore di soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro."
Vi sono infatti migliaia di giovani che - grazie all’opera di Comuni, scuole, organizzazioni, associazioni come ANPI – si recano a visitare campi di concentramento e campi di sterminio dove persero la vita milioni di ebrei, detenuti politici, omosessuali, rom, sinti…
Poiché sono passati oltre 70 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale e i sopravvissuti stanno venendo meno, occorre un grande sforzo di formazione alle giovani e future generazioni per permettere che le grandi tragedie non si ripetano.
Fonti:
https://anci.lombardia.it/.../2022611245-legge-regionale.../
Il calcio femminile è in crescita. In Italia dal 1° luglio le giocatrici di serie A sono riconosciute come atlete professioniste. Dopo oltre un secolo di storia, popolarissimo nell’Inghilterra di fine ‘800, seguito da migliaia di spettatori fino agli anni ’20, bandito nel 1921 come uno sport inadatto alle donne, superando numerose barriere, soprattutto culturali, il calcio femminile viene finalmente viene riconosciuto come sport professionistico anche per l’altra metà del cielo.
Per decenni le donne non hanno avuto accesso ai campi, ai corsi, ai tornei. Un’opportunità a lungo negata, legittimata in nome di una discriminazione sessuale fatta passare forzatamente come naturale inclinazione.
Nelle partite di calcio femminile l’atmosfera è molto diversa: non c’è necessità di dividere le tifoserie avversarie, non c’è violenza e aggressività; si presenta una comunità solidale, che permette alle ragazze di sognare in grande.
Le giocatrici devono ancora lottare per avere riconoscimenti tecnici e salariali, ma l’aumento di popolarità del calcio femminile lascia intravedere anche un nuovo modello di vivere lo sport, più pacifico e inclusivo.
Lo sport e le donne, un connubio che è cresciuto nell'ultimo secolo a suon di battaglie, sportive ma anche di diritto.
Fonti:
https://www.ft.com/.../605e3f35-a094-4482-bb71-a48663b6235a
16 luglio 2022
26 febbraio 2022
Le festività che intercorrono a cavallo di inizio anno sono caratterizzate da un’offerta musicale molto ampia, in cui non manca mai il celeberrimo “Nessun dorma” tratto dalla Turandot di Giacomo Puccini. Pochi minuti di musica che suscitano un forte senso di appartenenza e di orgoglio, che sono capaci di tingere di positività il nostro tempo.
Sembrano un richiamo innato per noi che abitiamo nel Bel Paese, un elemento di unione e di riconoscimento collettivo. Quali fattori forniscono un’aura tanto potente a così poche note? La grandezza indiscussa del compositore toscano è motivazione sufficiente? Forse c’è anche altro. C’è il canto notturno di un uomo che mette in gioco tutto sé stesso per un progetto di vita in cui crede fermamente. Un uomo che ha fatto una scelta e rispetto ad essa si pone con fermo atteggiamento di speranza e di fiducia. Progetto, scelte, speranza: ecco ciò che rende unico il “Nessun dorma”.
Proviamo a rileggere il passato ed il presente con queste categorie. Proviamo a rileggere la Resistenza con queste categorie. Nella Resistenza confluirono molti elementi, ma in definitiva si trattò di uomini che scelsero quale fosse la loro parte, furono partigiani. Nella Resistenza ci furono uomini che ebbero la capacità di avere un progetto per il nostro paese ed agirono con fiducia e caparbietà per la realizzazione di quel progetto: ci lasciarono uno stato libero e democratico, contribuirono alla Costituzione.
Queste stesse categorie sono stimolo e motivo di riflessione per noi uomini e donne del presente. Ci lasciano con schiettezza interrogativi sul nostro essere cittadini: noi che abitiamo l’Italia nel 2022 quale progetto abbiamo per il nostro paese, per le nostre comunità? Con quali scelte e con quale atteggiamento ci poniamo nel presente?
Fonte:
Luciano Pavarotti – Nessun Dorma www.youtube.com/watch?v=cWc7vYjgnTs
Visto l’approssimarsi della bella stagione, la proposta di questo mese unisce cultura e benessere, portandoci a ripercorrere gli eroici passi del “Gruppo Militare Cinque Giornate Monte di San Martino di Vallalta-Varese”.
Il sentiero parte da Cassano Valcuvia, ed in particolare dal Centro Documentale sulla Frontiera Nord, mostra permanente dove è possibile rivivere la storia di due guerre, con la creazione della linea Cadorna prima e con la cruenta battaglia partigiana del San Martino poi.
Le pendici settentrionali del Monte San Martino vennero fortificate in modo curato per difendere la Valcuvia, considerata una delle direttrici di attacco principali dal Canton Ticino.
Il gruppo Cinque Giornate iniziò ad operare nel settembre 1943 ma, ben presto, i tedeschi si resero conto che l'azione partigiana avrebbe potuto costituire una seria minaccia.
Il 15 novembre del 1943, grazie ad una capillare rete di spionaggio e dopo un violento bombardamento da parte delle forze tedesche, il presidio fu annientato dopo la stoica resistenza dei 150 partigiani presenti, guidati dal Colonnello Carlo Croce.
Il percorso si snoda tra trincee, ricoveri, osservatori e postazioni in caverna, fino ad arrivare, in circa 3 ore, alla cima del Monte San Martino, dove è possibile trovare l’omonima chiesa (distrutta dalle forze naziste e riscostruita nel dopoguerra), il monumento in ricordo dei 37 partigiani caduti ed un rifugio.
L’itinerario si sviluppa su strade e sentieri ben segnalati, quindi non presenta difficoltà tecniche, ma il dislivello (800 metri) richiede un minimo di allenamento.
Fonte:
“Sui Sentieri Della Libertà”, D. Vaschetto, 2018
26 marzo 2022
30 aprile 2022
Mai come in questa particolare epoca storica l’aspetto comunicativo si è rivelato importante. Le limitazioni imposte alla stampa, alle opposizioni, oltre alle limitazioni verso i social media, costituiscono importanti mezzi di manipolazione e di controllo dell’opinione pubblica. È sufficiente pensare alla realtà dei nostri giorni in cui le drammatiche vicende belliche tra Russia ed Ucraina, alle porte dell’Europa, vivono su narrazioni contrapposte. Un solo esempio: la guerra derubricata a “operazione militare speciale” (Putin nel suo discorso trasmesso dalla televisione pubblica russa alla vigilia dell’inizio della guerra).
I nostri padri costituenti avevano chiari questi concetti, sebbene gli strumenti tecnici della comunicazione fossero ben diversi da quelli attuali. L’articolo 21 della Costituzione italiana riporta: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.” Resta la responsabilità individuale del cittadino di informarsi e di farlo distinguendo l’attendibilità delle diverse fonti.
Sulla base di questi spunti proponiamo un testo di Francesco Filippi: “Noi però gli abbiamo fatto le strade - Le colonie italiane tra bugie, razzismi e amnesie”. L’autore si propone di analizzare l’esperienza coloniale italiana sotto il profilo storico e comunicativo, provando a far luce su un capitolo della nostra storia nazionale spesso trascurato ed orfano di una seria riflessione. Il testo evidenzia come la narrazione degli eventi sia spesso stata funzionale ad un obiettivo politico ed abbia generato false credenze. La riflessione si articola nel contesto storico dell’imperialismo, che offre importanti chiavi di lettura anche per le vicende attuali.
Francesco Filippi, Noi però gli abbiamo fatto le strade – le colonie italiane tra bugie, razzismi e amnesie, Bollati Boringhieri 2021
Fonte:
La proposta culturale di questa settimana ci riporta al 20 giugno 1944, quando 43 partigiani vennero fucilati a seguito del rastrellamento della Val Grande.
Siamo a Fondotoce, frazione del comune di Verbania, ed è proprio qui che sorge il “Parco della Memoria e della Pace”, un’area monumentale dedicata alla resistenza con diversi monumenti eretti nel corso degli ultimi settant'anni.
Il monumento principale è rappresentato dal “Muro”: inaugurato nel 1964 dall’allora Vice Presidente della Camera Sandro Pertini, riporta i nomi degli oltre 1.200 caduti della Resistenza del Verbano Cusio Ossola e dei territori limitrofi.
Nel parco sono anche presenti un’imponente croce, che sembra quasi proteggere questo luogo teatro di tragici eventi storici, un Monumento in ricordo dell’olocausto, un Monumento alla donna, un Monumento ex internati ed un Monumento ai partigiani Georgiani.
Nel 2000 è stato piantato anche un Ulivo della pace, come simbolo ed auspicio per le generazioni presenti e future.
La Casa della Resistenza sorge dentro al parco ed è stata edificata nel 1994, diventando così il centro operativo per la tutela e valorizzazione di uno dei “luoghi della memoria” più significativi della lotta di liberazione locale e nazionale.
Dal 1997 tutta l’area è gestita dall’Associazione Casa della Resistenza, realtà che rappresenta diverse organizzazioni locali e che è costantemente impegnata in attività di ricerca e divulgazione in questo ambito.
Indirizzo ed informazioni:
Via Filippo Turati 9, 28924 Verbania Fondotoce (VB).
Il Centro di documentazione è aperto su prenotazione, fare riferimento al sito per ulteriori dettagli.
Fonte:
www.casadellaresistenza.it
28 maggio 2022
25 giugno 2022
Animal Farm è un famoso testo di George Orwell. Pubblicato nel 1945, narra della fattoria Manor in cui gli animali, stanchi di essere schiavi del loro fattore, decidono di ribellarsi.
A seguito della ribellione la fattoria viene ribattezzata Animal Farm ed instaurata una forma di autogoverno che, tuttavia, sfocia progressivamente in una dittatura.
Il testo ha carattere allegorico e, nelle intenzioni dell’autore, dovrebbe far riferimento agli eventi della rivoluzione russa ed alla successiva Unione Sovietica.
A prescindere da ciò, numerosi sono gli spunti di riflessione: proponiamo il tema della leadership e della relazione con essa. Vi è un leader che riesce ad imporre la propria volontà non solo attraverso l’intimidazione, ma soprattutto grazie a una progressiva semplificazione della realtà. È significativo che i principi basilari per la gestione della fattoria diventino più esigui, fino a ridursi al celeberrimo “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri”. Questo è facilitato dalla mancanza di strumenti culturali e di capacità critica.
Orwell scrive di un leader singolo con aspirazioni dittatoriali, ma anche nel contesto odierno, fatto di molteplici soggetti con orizzonti ben diversi, il tema rimane attuale: quali sono i tratti caratteristici di una buona leadership? In che modo ci si pone nei confronti di un leader e del suo operato?
La proposta di questa settimana ci riporta sui passi dei partigiani, nella poco distante Val d’Ossola, con una camminata breve e facile ma al contempo molto interessante.
Lo sbarramento del Migiandone sfrutta un’imponente muraglia rocciosa che, in questo punto della valle, restringe naturalmente la vasta pianura alluvionale del Toce.
In questa posizione strategica e panoramica sono state recuperate la mulattiera selciata, le trincee e le postazioni appartenenti a questo tratto della Linea Cadorna.
Questa posizione fu coinvolta nell’ottobre del 1944 nei combattimenti tra i reparti germanici e della RSI ed i partigiani che difendevano la Repubblica dell’Ossola, ricordato come uno dei momenti più alti della Resistenza italiana.
Il percorso parte da Ornavasso, più precisamente dal piazzale presso la cappella in località San Bernardo. In circa 45 minuti e con 200 metri di dislivello, si raggiunge il forte di Bara. Calcolare altri 30 minuti per la visita delle trincee e delle gallerie principali.
Aggiungere 1 h e 30 min se si decide di rientrare attraverso il tracciato militare che collega Bara ad Ornavasso, passando dal santuario del Boden (350 metri di dislivello, 9,5 km).
L’escursione può essere integrata con la visita all’interessante Museo della Resistenza di Ornavasso.
Fonte:
“Sui Sentieri Della Libertà”, D. Vaschetto, 2018
23 luglio 2022